L'autore
è Ernesto Venzi ("Nino"), di professione artigiano
marmista, fondato-re e vice comandante della 36a brigata Bianconcini,
che la scrisse sull'Appennino tosco-romagnolo nel luglio del '44.
L'aria è ispirata ad un canto militare sovietico, Armata
Rossa.
Son proletari i partigiani sono del popolo lavorator...
un dì sfruttati, incatenati, oggi son essi i liberator...
La plebe si scuote, la plebe si desta e la gran marcia segue con
ardor...
Contro il fascismo, contro il tiranno, combattono uniti
i lavorator...
Povera Italia, venduta ed oppressa, il tuo gran nome il fascismo
giocò; il grande popol del sole e del canto tallone tedesco
nel sangue affogò.
Son oggi in piedi, son partigiani,
che non dan sosta all'oppressor;
son tutti consci del gran domani, sarà la patria
del lavor...
Nella risaia e nell'officina,
nella campagna e nel gran mar,
regna il lavoro, già regna la pace,
non più l'incertezza, dobbiamo tutti amar.
Sventola al sole
la nostra bandiera„ il grande simbolo del lavor.
Non mai più guerr morte ai tiranni, vigili sempre
il lavorator...
Il comandante manda a dire che se mai vogliam cambiare
c'è sì un posto per andare l'è al piano che
si andrà.
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