I
sette figli di Alcide Cervi: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando,
Agostino, Ovidio ed Ettore, tutti partigiani, furono arrestati
dai nazifascisti nel novembre del 43 e soltanto un mese dopo furono
barbaramente fucilati al poligono di tiro di Reggio Emilia. Il
maggiore aveva 42 anni e il minore 22. A loro è dedicata
questa canzone nata nel 1944 grazie al contributo collettivo di
un gruppo di partigiani del distaccamento "Fratelli Cervi",
operante nel Reggiano. Il motivo ispiratore fu la canzone irredentista
Dalmazia, cantata prima dagli Arditi e poi dai dannunziani, tuttavia
si sente anche l'eco della canzone fascista della X Mas Arma la
prora, i cui versi così recitano: Vesti la giubba di battaglia
/ per la Repubblica Sociale / forse domani si morirà /
arma la prora marinaro.
Quando fa guardia la vedetta
sempre sta all'erta il partigiano con l'arma sua fedele in mano
per annientare l'invasor.
È giunta l'ora dell'attacco,
il vessillo tricolore,
e noi dei Cervi l'abbiamo giurato, vogliamo pace e libertà...
e libertà.
Compagni fratelli Cervi, cosa
importa se si muore, per la libertà e l'onore al tuo popolo
fedel.
Arma il moschetto o partigiano,
vesti la giubba di battaglia per la salvezza dell'Italia
forse domani si morrà.
È giunta l'ora dell'attacco,
ecc.
Metti la giubba di battaglia,
mitra, fucile, bombe a mano. Per la libertà lottiamo,
per il tuo popolo fedel.
È giunta l'ora dell'attacco,
ecc.
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