Berto

Berto era il nome di battaglia di Silvio Solimano (1925-1944), medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Comandante di distaccamento nell'agosto 1944, durante un rastrellamento, ebbe l'ordine di sbarrare ai tedeschi l'accesso alla valle d'Aveto per dare il tempo alla brigata di ritirarsi. Egli si lanciò allora contro il nemico alla testa di un gruppo di compagni e ne provocò Io sbandamento, ma incontrò la morte colpito da una pallottola alla testa.

Al Casone dei ferrovieri
ragazzi, seguitiamo a sparare. Non c'è riuscito ieri,
ma oggi li dobbiamo scovare.

E tu, Berto, capo pattuglia, prendi tre uomini e vai. Allegri, ragazzi, chè ormai quella bestia per poco muglia.

Bombe, moschetto, mitraglia:
al collo il fazzoletto garibaldino, e via, ch'è di già mattino,
e via, verso la battaglia.

Il sole indora i monti,
batte, Berto, sulla tua testa bionda. O vita, vitti gioconda
che empi i polmoni profondi.

Grazie di avermi fatto così forte che mi sento da solo il vigore di ricacciare il tedesco invasore fino alla soglia delle sue porte.

Grazie di avermi dato quest'anima che non piega, questo sangue di buona lega
di partigiano italiano.

E domani - si torna, domani, a casa nostra, a lavorare. C'è l'Italia da rifare
e non abbiam che le mani.

Queste braccia e la nostra paziente volontà di risurrezione.
Deve finire questa passione
di quelli che non hanno niente.
Questo sole deve scaldare i fratelli di tutto il mondo. Ora batte sul tuo capo biondo, Berto, ed hai voglia di cantare.

"Buon giorno, donne!"
"Buon giorno, figlioli!
Fate attenzione, sparan dalle mura. Non andate lontano, così soli". "Geazie, donne, ma niente paura!"

 


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