Quando lo sciopero 

Autore: L. Settimelli                                            Anno  1964

 Quando lo sciopero è già compatto, ecco gli agenti, le camionette; chi li ha mandati sono i padroni, la nostra lotta voglion spezzar. I calci al ventre, i pugni in faccia; non danno tregua, son dei fascisti, giù come ossessi ci danno addosso, ci portan dentro senza pietà. 

Insieme a noi c’è una compagna: “ Ho quattro figli mi mandi a casa ”.

" Se hai famiglia, vai al lavoro, perché ti metti a scioperar? " Sì, commissario, ho quattro figli, anche per loro ho scioperato; non siamo schiavi, abbiam ragione, mi tenga pure chiusa in prigione ".

Si sta lì dentro come banditi: “ Firma qua sopra, questo è il verbale: se ti va bene esci in serata, se t, va male vai in tribunale ”.

La nostra rabbia non è per questo, e che al governo ci son compagni: “ Cambierà tutto ”, ci avevan detto, ora ci dicono: “ Non scioperar.

Non scioperare, tira la cinghia, porta pazienza, non sabotare ”. Dicono questo anche i padroni, va bene a loro ma non a me. Hanno mandato la polizia perché ci vogliono chiuder la bocca. Contro il governo, che è dei padroni, forza compagni, scendiamo in lotta!

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