Autore: I.
Della Mea
Anno: 1969
Compagno,
quando il partito, finalmente, sbaglia e
a tutti è dato scrivere sui muri la libertà d’interpretare il mondo
di criticare i propri dirigenti senza i tabù del ‘glorioso passato’,
allora, credi,
si
vincerà.
Compagno,
quando il soldato non ha generali e il fucile è come un compagno,
quando il soldato è popolo che lotta ora per ora, così nella scuola,
così in fabbrica, in casa e nel campo, allora, credi, si vincerà.
Compagno,
quando il tuo soldo di nullatenente che Agnelli chiama fame comunista
diventa, o per amore o per forza, uguale a quello d’ogni dirigente
oggi al partito, domani al potere, allora, credi, si vincerà.
Compagno,
quando chi fa l’idea con la penna, che qui da noi si chiama
intellettuale, prova ogni giorno la rivoluzione con il martello, la
falce, il fucile e a tutto questo la sua penna è uguale, allora, credi,
si vincerà.
Compagno,
questa è la voglia di un comunismo senza dogmi, papi e frontiere, un
comunismo da costruire sulle rovine del riformismo. dell’unità nella
diversità allora, credi, si vincerà.
Compagno,
questa è la fede in un comunismo tutto da vivere, tutto da fare, un
comunismo da costruire sulle rovine del riformismo, è una rivoluzione
culturale.
Io
chiedo a voi se oggi vedo giusto: nel mondo il rosso è diventato
giallo, nel mondo il rosso è diventato giallo, nel mondo il rosso è
diventato giallo, nel mondo il rosso è diventato giallo, nel mondo il
rosso è diventato giallo.
Nel
mondo il rosso è diventato giallo.
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