La marsigliese del lavoro

Autore: C. Monticelli                                    Anno  1896

Noi siamo i poveri, siamo i pezzenti. la sporca plebe di questa età; la schiera innumere dei sofferenti per cui la vita gioie non ha.

Nel crudo inverno la nostra prole per lunga inedia languir vcdiam
solo pei ricchi risplende il sole. mentr'essi esultano noi fame ahbiam

Pur natura a tutti uguali die' i diritti sulla terra. Noi facciamo aspra guerra ai ladroni e agli oppresor.

Non sia pace fra i mortali finché un uom sovraltro imperi, i nemici a noi più fieri i nostri  :fruttator.

Triste . spettacolo, le nostre donne per noi primizie non han d'amor:
ancora impuberi, sciolte le gonne. si danno in braccio di lor signor.

Son nostre figlie le prostitute che muoion tisiche negli ospedal, le disgraziate si son vendute per una cena, per un grembial.

Pur natura a tutti uguali...

Di patria al nome talor sospinti, contro altri popoli noi . i pugnò, ma vincitori fossimo o vinti la nostra sorte mai non cangiò.

Tedesco od italo, se v'ha padrone. il sangue nostro deve succhiar; la patria libera è un'irnìsione se ancora il basto ci fan portar.

Pur natura a tutti uguali...

Nelle officine, sui monti e piani, giù nelle mine sudiam sudiam, ma delle nostre fatiche irnmani il frutto intero non raccogliam.

Poi, fatti vecchi, veniam rinchiusi dentro i ricoveri di carità
e sul berretto dì noi reclusi bollano i ricchi la lor pietà.

Pur natura a tutti uguali...

Ah, se sperare non è follia nella giustizia dell'avvenir, del privilegio di tirannia il turpe regno dovrà finir.

Le nostre lagrime, gli stenti, l'onte le gravi ambascie finir dovran, noi già leviamo balda la fronte per salutare l'astro lontan.

Pur natura a tutti uguali...

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