Autore: Canzoniere del proletariato
Anno: 1972
Era
il sette di maggio, giorno delle elezioni, e i primi risultati giungan
dalle prigioni c’era un compagno crepato
era
vent’anni a sua età
Solo
due giorni prima parlava Niccolai, Franco era coi compagni, decisi più
che mai:
«
Cascasse il mondo sulla cittià quell’assassino non parlerà
L’avevano
arrestato lungarno Gambacorti, gli sbirri dello Stato lo ammazzano dai
colpi:
« Rossa marmaglia, devi
capir
se
scendi in piazza si può morir! ~.
E
dopo, nelle mani di Zanca e di BaIlardo, continuano quei cani.
continuano a pestarlo:
Te l’ho promesse sei mesi
fa »,
gli
dice Zanca senza pietà.
Rinchiuso
come un cane. Franco sta male e muore. ma arriva a la prigione solo un
procuratore:
domanda
a Franco: « Perché eri Lì ~ “ Per un’idea: la libertà>
Poi
tutt’a un tratto han fretta: da morto fai paura; scatta l’operazione
« rapida.sepoltura »:
«
E solo un orfano, fallo sparir. nessuno a chiederlo potra venir ».
Ma
invece è andata male, porci, vi siete illusi, perché al suo funerale
tremila pugni chiusi eran l’impegno, la volontà
che
questa lotta continuerà.
Era
il sette di maggio..
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